IL Letame

Il letame come ammendante del terreno (fonte https://www.coltivazionebiologica.it/)

Aggiungere letame al terreno ne modifica e ne migliora anche le caratteristiche fisiche, quindi la sua struttura.
Un terreno concimato in modo abbondante ha questi vantaggi:

  • è più facile da lavorare;
  • risulta più morbido negli strati superficiali, cosa che facilita semine e trapianti;
  • ha una migliore capacità di assorbire l’acqua in eccesso, evitando quindi pericolosi ristagni idrici;
  • permette una maggiore disponibilità d’acqua per le colture nei periodi di siccità;
  • può essere usato anche per correggere terreni particolarmente difficili, come quelli troppo argillosi e compatti.

Il letame è biologico?

Non tutti i letami sono biologici, poiché non tutti gli allevamenti di animali sono gestiti allo stesso modo.
In agricoltura biologica si può usare esclusivamente quello proveniente da allevamenti zootecnici condotti in modo biologico.
La normativa di riferimento è il Regolamento (CE) n. 834/2007 (integrato con le relative disposizioni nazionali).
In questi testi si chiariscono i criteri per considerare un allevamento zootecnico biologico. Inoltre, in orticoltura si proibisce l’utilizzo di letame animale (fresco o essiccato) proveniente da allevamenti industriali.

Quale letame scegliere

Com’è ovvio il letame animale non è tutto uguale, in quanto diverse sono le specie animali che producono le deiezioni.
In agricoltura i letami più utilizzati per la concimazione organica sono:

Bovino, Equino, Ovino, Avicolo

Ognuna di queste tipologie ha una composizione diversa, fatta di acqua e sostanza secca (la cui sostanza organica è composta principalmente da azoto, fosforo e potassio). Nella tabella seguente osserviamo i valori medi della composizione di 100 quintali di letame. Indichiamo in “%” la quantità di acqua e sostanza secca presenti mediamente nelle diverse tipologie. In “kg”, invece, sono espressi i nutrienti apportati per sostanza organica, azoto, fosforo e potassio.
Il riferimento è al letame fresco.

Letame Acqua % Secca %   Organica Kg  Azzoto N Fosforo P Potassio K 
Bovino 78 22  1600  40 kg 10 kg 30 kg
Equino 70 30  3200  80 kg 20 kg 80 kg
Ovino 64 36   2600  70 kg 20 kg 70 kg
Avicolo 40 60  4300  200 kg 130 kg 250 kg

Avicolo

Da come si evince dalla tabella il letame avicolo, o pollina, è quello più ricco di nutrienti. Il problema è che quello proveniente da allevamenti biologici è molto difficile da trovare. L’idea sarebbe avere un proprio pollaio, dal quale prelevarlo e conservarlo.
Le aziende che producono uova bio, con allevamenti sostenibili, hanno solitamente terreni sui quali producono ortaggi impiegando il proprio letame, quindi non lo cedono a terzi.
La pollina proveniente da galline allevate all’interno dei capannoni industriali, siano esse a terra o in gabbia, è invece da evitare assolutamente.

Bovino
Il letame bovino è probabilmente più facile da trovare, però c’è da dire che è quello più povero di sostanza organica ed elementi.

Ovino
Il letame ovino è ottimo in quanto a composizione. Nelle zone dove si pratica l’allevamento di pecore e capre non è difficile trovare aziende zootecniche biologiche, che ben volentieri vi cederanno del buon prodotto.

Equino
Il letame equino è probabilmente la soluzione più pratica. Sono molti i maneggi presenti nelle nostre campagne, dove gli animali vengono allevati in modo corretto. Di solito, chi fa maneggio non pratica orticoltura intensiva, quindi è più semplice reperire dell’ottimo letame di cavallo.

La giusta maturazione del letame

Quando parliamo di letame dobbiamo tener conto del suo diverso grado di maturazione.
In tal senso ne distinguiamo tre tipologie:

  • Fresco;
  • Maturo;
  • Compostato.

Fresco

Il letame fresco è quello con meno di tre mesi di maturazione. È fortemente sconsigliato spanderlo sul terreno.
Questa tipologia, infatti, oltre a contenere ancora molto materiale vegetale inerte, può avere al suo interno sementi di piante infestanti, funghi, parassiti e batteri non graditi. Ammendato immediatamente al terreno, potrebbe farci accidentalmente seminare colture che a noi non interessano (graminacee). Oltre al fatto che è molto rischioso per la coltura con cui entra in contatto, che può essere “bruciata” dall’alta temperatura che il materiale fresco sviluppa e dalla componente di azoto ammoniacale in esso presente.

Maturo

Il letame da utilizzare per la concimazione dell’orto biologico è quello più possibile maturo. Con questo termine si intende quello con 9-10 mesi di maturazione.
Il processo di maturazione avviene con la fermentazione. All’interno del cumulo si sviluppano alte temperature, che dopo un certo periodo di tempo, grazie anche all’azione dei microrganismi, consumano semenza, funghi e batteri dannosi.
Quando il letame è maturo, assomiglia molto a del buon terriccio, è di colore scuro e il materiale vegetale al suo interno è totalmente degradato. In queste condizioni gli elementi nutrizionali sono stabilizzati e prontamente disponibili per le radici delle piante, cosa che non avviene quando il prodotto è fresco.
È possibile ammendarlo al terreno anche pochi giorni prima di semine e trapianti, senza correre alcun rischio.

Compostato

Con il termine letame compostato si intende quello con più di 12 mesi di maturazione. Il processo di compostaggio deve avvenire nel modo corretto.

Come compostare il letame correttamente

Assodato il fatto che è il letame maturo quello che deve essere impiegato come concime organico, capiamo come si composta correttamente.
Facciamo l’ipotesi che vi sia stato regalato del prodotto fresco, cosa piuttosto probabile, in quanto farlo maturare ha un certo costo per l’azienda zootecnica. Il letame tipicamente si conserva in cumuli. Per maturare correttamente il cumulo deve essere coperto, ovvero non esposto all’azione degli agenti atmosferici (acqua e sole).
Una soluzione è dunque quella di disporre del riparo di una tettoia, dove acqua e sole non arrivano sul cumulo. Se non si dispone di una tettoia si può usare un telo impermeabile in pvc (adattabile a diversi usi).

Per velocizzare il compostaggio, altro accorgimento è quello di rivoltare periodicamente il cumulo. Possiamo osservare che la parte esterna è quella che si asciuga prima, in quanto è al centro del cumulo che avvengono i processi fermentativi e si sviluppa il calore. Rigirarlo periodicamente ci garantirà, alla fine del processo, un letame maturo in maniera omogenea e in tempi più brevi.
Rivoltarlo ci dà anche un’indicazione visiva sul grado di maturazione. Quando osserviamo che dal centro del cumulo non sale più “fumo” e non si sente “calore”, il nostro concime organico è pronto per essere ammendato al terreno dell’orto.

Quando utilizzare il letame

Letamare l’orto

Non possiamo stabilire un momento esatto per la distribuzione del letame sul terreno. Se è ben maturo possiamo ammendarlo al suolo di coltivazione anche 15 giorni prima dell’inizio del ciclo, ossia il momento della semina o del trapianto.
Di solito, la concimazione avviene tra fine inverno e inizio primavera, al via di un lungo ciclo di coltivazione.
Altri fertilizzano con il letame in autunno, cioè alla fine dei lunghi cicli estivi. Questa soluzione può essere valida, ma espone la sostanza organica al degradamento dell’intera stagione invernale, che di fatto potrebbe consumarsi. Concimando in autunno ci troveremo in primavera con un prodotto meno “potente”.

Letamare il frutteto

Discorso diverso si può fare per la concimazione con il letame del frutteto biologico.
Innanzitutto il letame maturo viene aggiunto nel momento della messa a dimora, ponendolo sul fondo della buca dove andremo a piantare il nuovo albero. Così facendo, le radici della pianta avranno a disposizione nutrienti sufficienti per la delicata fase iniziale del radicamento.
Vi è poi la concimazione annuale, che si fa in autunno o a fine inverno. In questo caso bisogna ammendare al terreno del frutteto il letame maturo.
Ricordiamo che parte dell’apparato radicale degli alberi è superficiale, quindi la zappettatura per ammendare il letame deve essere leggera.
Tutte le colture da frutto beneficiano della letamazione periodica, comprese quelle dell’olivo e della vite.

Quali sono le colture che richiedono la letamazione

Nell’orto ci sono colture che richiedono più letame, altre meno.

Colture più esigenti

Tra le colture più “golose” abbiamo sicuramente:

Colture meno esigenti

Colture meno esigenti in termini di letamazione sono le Leguminose (fagiolinifavefagiolicecilenticchiepisellilupiniarachidi).
Altre colture, come le Liliacee (agliocipollaporroscalogno), non amano una forte concimazione organica prima dell’inizio del ciclo.

Letamare assecondando le rotazioni colturali

Viste le diverse esigenze delle varie colture, bisogna quindi ragionare in termini di rotazioni colturali.
Supponiamo di avere un piccolo pezzo di terra a riposo da molto tempo, dove nel primo anno vogliamo coltivare pomodori e zucchine.
In questo caso è opportuna una buona letamazione iniziale, in modo da poter dare a queste piante molto esigenti il massimo apporto di nutrienti e sostanza organica.
Alla fine del primo ciclo possiamo decidere di seminare delle leguminose, ad esempio fave, senza far nessun tipo di fertilizzazione.
Dopo aver raccolto le fave, nella primavera del secondo anno, potremo sfruttare questo pezzo di terra per coltivare le cipolle.
In pratica, la letamazione del terreno non deve essere per forza annuale, ma precedere la coltivazione di colture avide di sostanza organica. Mediamente una letamazione ogni due anni dovrebbe soddisfare questa esigenza.

La giusta quantità di letame nel terreno

Un’altra domanda che sempre ci si pone è: quanto letame mettere nel terreno?
Nei testi di agraria troverete una distribuzione per ettaro misurata in quintali. Qui proviamo a ragionare per un piccolo orto familiare, parlando di kg per mq. Se avete a disposizione pollina, quindi letame avicolo, basta una piccola quantità, circa 1 kg per ogni mq coltivato. Per lo stallatico bovino maturo possiamo quadruplicare questa quantità, apportando circa 4 kg di letame a mq. Con il letame ovino o equino ci regoliamo al centro di questa forchetta e ammenderemo al suolo circa 2-3 kg di letame a mq.

Come distribuire il letame

Ulteriore problematica è quella della distribuzione del letame sul terreno, che deve essere il più uniforme possibile.
Se sui grandi appezzamenti si usa la spandiconcime portata dal trattore, in un piccolo orto si provvede a mano.
Gli attrezzi necessari sono:

  • pala o forcone per impalare
  • carriola per trasportare
  • forca con denti piegati o rastrello per distribuire uniformemente

La concimazione con il letame è un lavoro molto pesante, che sarebbe meglio svolgere almeno in due, in modo da dividersi i compiti. Una persona addetta a riempire la carriola, un’altra a spandere sul terreno. Quando il letame è distribuito uniformemente, dovrà essere ammendato, ovvero lavorato. Se operiamo completamente a mano, possiamo eseguire una vangatura. Se abbiamo a disposizione una motozappa o un motocoltivatore cerchiamo di non fare andare troppo in profondità la sostanza organica. Il letame interrato non dovrebbe scendere nel suolo oltre i 15-20 cm.

Lo stallatico pellettato

Come abbiamo più volte sottolineato, non sempre è facile trovare del letame animale, per giunta maturo. Per la concimazione organica dell’orto, dunque, l’alternativa commerciale è rappresentato dallo stallatico pellettato (o letame sintetico).
Si tratta di letami secchi e compattati, a cui è stata tolta quasi per intero l’acqua, che vengono venduti in sacchi.
Ne esistono di diversi tipi e composizione che potete tranquillamente trovare nei negozi specializzati.

Possono essere considerati degli ottimi concimi organici. Si applicano in minori quantità, ma hanno un costo abbastanza sostenuto, specie per estensioni medio-grandi.
Rispetto al letame, non hanno la funzione ammendante, cioè non sono in grado di modificare significativamente la struttura del terreno.